Il gruppo di bambini dallo sguardo maligno de IL VILLAGGIO DEI DANNATI ha lasciato il segno: era la prima volta che dei bimbi assumevano prepotentemente - e in modo negativo - il ruolo di protagonisti assoluti, e l'idea colpi il pubblico. LA STIRPE DEI DANNATI tre anni dopo la riprende, rifacendosi al medesimo romanzo di John Wyndham ("I figli dell’invasione") e sviluppando una sorta di strano sequel in cui alcuni bambini prodigio - provenienti da diverse parti del mondo - vengono individuati dagli studiosi per via delle loro straordinarie capacità intellettive (leggono addirittura nel pensiero!). La riunione...Leggi tutto del gruppo di piccoli geni "alieni" diventa inevitabile, così come la caccia aperta da parte di chi ha compreso il pericolo che essi possono rappresentare. Gran parte del film di Anton Leader si concentra - con una certa monotonia - proprio nella suddetta caccia per poi lasciare spazio al deflagrante finale. L'immagine dei volti "assenti" dei bambini continua a essere efficace, ma nonostante una buona cura nella messa in scena (più claustrofobica che nel film precedente) le idee latitano e non c'è più la sequenza in grado di colpire veramente. La sceneggiatura comunque sa ampliare il tema del maledettismo infantile in modo non banale suggerendo un'interpretazione complessa e ricca di spunti (al di là delle apparenze). Rimangono la modestia della recitazione, una regia piuttosto debole e uno sviluppo narrativo carente. L'opera però, a differenza del VILLAGGIO DEI DANNATI, è molto omogenea e non risente nella seconda parte di cadute di gusto.
Non sono d'accordo con chi ritiene "La stirpe dei dannati" paragonabile (se non addirittura superiore!) al precedente Il villaggio dei dannati, di cui questa pellicola NON costituisce in realtà un vero sequel (almeno dal punto di vista programmatico e morale), ma piuttosto una sorta di capovolgimento, di ripensamento conformista e buonista, oltre che pleonastico (non c'era alcun bisogno di "giustificare" il piglio spietato dei bambini del primo film, di edulcorare la vicenda ad uso e consumo di pedagogiste isteriche e mammine tanto scandalizzate...).
Buonista sì, ma non ingenuo come Il villaggio dei dannati. Sono passati solo tre anni ma la pellicola è tecnicamente superiore, il bianco e nero più marcato, la sceneggiatura più elaborata. Restano gli effetti speciali ridicoli delle lenti a contatto luminose, ma nel complesso può considerarsi una rilettura decisamente riuscita, ricca di spunti interessanti.
Diciamo che rispetto al capostipite siamo su un gradino leggermente più basso, non foss'altro per l'effetto novità che viene inevitabilmente a mancare. Nonostante ciò, risulta essere una più che accettabile science fiction. Valida la regia di Leader che sfrutta al meglio la sceneggiatura di John Briley. Da rimarcare il bel finale nella chiesa dismessa e l'efficace fotografia in b/n che amplifica una tensione che con il passare dei minuti diventa sempre più palpabile.
I diabolici bambini glaciali del Villaggio dei dannati tornano in modo assolutamente originale, in chiave “guerra fredda”. Non più alieni e minacciosi, eccoli ora sulla difensiva: colpiscono solo se attaccati (e hanno pure il cagnolino). Non più legati a un villaggio, vengono da vari continenti e si riuniscono pacificamente dentro una chiesa, sia pure abbandonata. Un afflato ecumenico interessante, ma certamente meno incisivo dell’intuizione tagliente del primo film. A parte buchi logici, comunque vedibile. Con bel finale catastrofico notturno.
MEMORABILE: “Credevo passassi il tempo a inseguire belle donne a Bucarest e Istanbul” “A volte è molto più eccitante inseguire bambini qui a Londra” (!!!).
E' il seguito fiacco de Il villaggio dei dannati, ancora più politico nei suoi intenti, ma altrettanto noioso nella resa finale. Le figure dei bambini infernali, dai poteri sovrannaturali, appaiono sbiadite e il racconto procede spesso a tentoni e col fiato corto. Vale la pena comunque dargli un'occhiata...
Pseudo seguito, assai debole, del Villaggio dei dannati. Da segnalare un giovane Hendry e notevolmente inquietante il bambino "capo", ma il film non convince e il tentativo di rendere simpatici i piccoli mostri non funziona, al contrario risulta pure irritante. Notevoli il massacro in chiesa e la parte catastrofica finale, ma il film non risulta grande cosa, fermo restando però la qualità tecnica e recitativa di tutto l'insieme.
Vengono da tutto il mondo, formano un "villaggio globale monopsichico" e offrono all'umanità la soluzione evolutiva ai conflitti etnici, ideologici e sociali... Ma il clima è plumbeo, distopico, votato al pessimismo antropologico di matrice anglosassone. La sceneggiatura di John Briley, che ottimizza un budget evidentemente inferiore all'originale, sottende morbosità, solleva questioni etico-scientifiche, anima con efficacia caratteri prototipici. Ritmo meno incalzante del capostipite, ma più definizione morale. Anton Leader, dirige con piglio ossessivo e geometrico, instillando vera inquietudine.
Non sono più concentrati in un piccolo villaggio e fatti con lo stampino, ma di nazioni ed etnie diverse, anche se poi finiscono per ritrovarsi tutti a Londra: sono sei bambini super intelligenti, in contatto telepatico fra loro ed in grado di controllare le menti umane. Rispetto all'originale, l'atteggiamento nei loro confronti è di maggior ambivalenza ed anche l'origine aliena è messa in dubbio: uno pseudo-sequel certo meno affascinante del prototipo, ma interessante e con qualche sequenza suggestiva come la sparatoria all'interno della chiesa abbandonata o l'epilogo deciso dal caso.
Spesso spacciato come sequel-remake del più celebre Il villaggio dei dannati, rappresenta piuttosto una variazione sullo stesso tema in versione urbana anziché rurale. Il film di Leader non ha comunque nulla da invidiare al classico di Rilla, risultando a tratti addirittura più inquietante e incisivo del suo predecessore. Le poche spiegazioni sulla natura dei terribili bimbetti prodigio rendono ancor più misterioso il racconto e la paura del diverso assume una chiara valenza socio-politica. Brillante fotografia in bianco-nero di David Boulton.
MEMORABILE: La madre investita nel tunnel; Il primo tentativo d’irruzione nella chiesa; “Perché siete qui? Per essere annientati”; Il cacciavite.
Più che un sequel sembra la controparte "progressista" del film di Wolf Rilla: in questo caso i potenti senza scrupoli, difensori dello status quo, si rivelano assai più violenti e cinici dei bimbi "alieni", capaci fra l'altro di provare empatia. Nonostante il primo funzionasse molto meglio come horror, qui la morale serlinghiana anti-xenofoba e pacifista (azzeccata l'idea di dare a ciascun ragazzino un'etnia diversa) è edificante e persino inusuale nel panorama fanta-orrorifico dell'epoca, pur in un'ottica pessimistica. Splendida la fotografia a cura di Davis Boulton (Gli invasati).
MEMORABILE: La madre di Paul investita; La chiesa decadente; I nemici annientati dai suoni assordanti dell'organo; I piccoli "mostri" si danno la mano nel finale.
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Luciano De Ambrosis:doppia uno degli infiltrati col fucile e anche un soldato
Arturo Dominici:doppia un diplomatico indiano e un soldato
Ti ringrazio per la conferma,anche io sentendola avevo pensato alla Marini,ma non essendone sicuro avevo preferito non metterlo,ora però che anche un'altra persona lo conferma,allora la aggiungo,grazie !
HomevideoRocchiola • 21/05/19 08:17 Call center Davinotti - 1265 interventi
Nella mia videoteca di fiducia è tornato disponibile al prezzo davvero abbordabile di 9,99 € il box inglese della Warner Horror double feature con i due film Village of the damned (Il villaggio dei dannati) e Children of the damned (La stirpe dei dannati). Il box comprende due DVD separati in confezione singola contenuti in una slipcase esclusiva ed ovviamente presenta la traccia audio italiana per entrambi i titoli. Si tratta di un prodotto datato 2006 ma di buon livello. I film non sono stati restaurati ma l’immagine è abbastanza nitida e definita pur presentando in diversi punti graffi e puntinature non particolarmente fastidiosi. L’audio mono è discreto, mediamente potente e pulito. Tra i due film risulta comunque più incisivo e pulito lo splendido bianco-nero de La stirpe dei dannati.