Che film ci sono stasera in tv in prima serata? Ma non solo questa sera, anche la mattina o il pomeriggio, se capita una giornata di pausa. E i più nottambuli possono trovare anche i film che vanno in onda a tarda notte, i cosiddetti fuori orario. Cliccate sulle frecce per cercare tra i palinsesti passati e futuri oppure controllate direttamente tutta la settimana. Cliccate sull'icona calendario a fianco della scheda per appuntare un promemoria su quel film in agenda. Se siete loggati potete cliccare anche sulla stella per contribuire alle segnalazioni. Come? Scopritelo
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Taxius: Il film ovviamente è tutto di Albanese, che interpreta tre dei suoi personaggi più famosi in quella che è una vera e propria critica al sistema politico italiano. Lui è bravissimo, ma in questo caso non riesce a dare il meglio in quanto le battute divertenti scarseggiano e riguardano praticamente solo il personaggio di Favaretto, ovvero l'indipendentista veneto. Serpeggia troppa noia e per un film di questo genere non è un bene.
Gabrius79: Piccante e divertente commediola sexy con una bella Gloria Guida attorniata da caratteristi divertenti e in forma come Banfi, Vitali, Carotenuto e la Coluzzi. Le risate non mancano, specie nei duetti Banfi-Vitali, anche se Carotenuto non è da meno. Per il resto l'infermiera mostra le sue grazie in modo piuttosto risicato. Il miglior nudo spetta a Paola Senatore, in una scena da antologia con Banfi che le sviene davanti.
Siska80: Quando un uomo risulta disperso a causa di uno tsunami, lo spaesato fratello deve farsi carico di varie responsabilità. Il finale "a sorpresa" era francamente evitabile visto che, nonostante l'inizio drammatico, le cose pian piano si mettevano bene lo stesso senza bisogno di ricorrere a forzature inutili. Cionondimeno si tratta di una commedia vivace e interessante (sebbene non troppo originale) che regala anche qualche momento commovente e ruota attorno a una serie di personaggi simpatici (in primis il trio di protagonisti capitanato dal classico ragazzino scaltro).
Michdasv: C'è poco di salvabile, in questo debole sequel che la maggior parte del pubblico vorrà vedere solo per affetto per i film precedenti. Da salvare gli avatar scambiati, con Johnson che imita DeVito eccetera - ma era prevedibile durasse poco. Finale scontato e sciocco, soprattutto se si tiene a mente che i primi due film mostravano la sofferenza delle permanenze di lungo periodo. Pessime le scale. Si può vedere in una serata fiacca e piovosa, ma senza aspettarsi capolavori. Forse da considerare "natalizio" per i molti riferimenti a fine dicembre.
Faggi: Piccola baraonda all'italiana affidata a Lino Banfi, protagonista assoluto: Barbara Bouchet e il resto del cast gli forniscono i passaggi per andare a rete praticamente a porta vuota. La vicenda (storie di corna attorcigliate a un cadavere) è quantomai un pretesto per dar fuoco alle polveri degli equivoci sostenuti della performance del protagonista (con qualche deroga all'uso della controfigura nelle scene più equilibristiche). C'è anche un discreto fuoco di fila di battute... E il film scorre, tra alti (rari) e bassi di genere.
Saintgifts: Patinato ed elegante, curato nella fotografia e nella colonna sonora. La storia però non è congegnata in modo da attrarre e coinvolgere e la noia fa spesso capolino. L'intreccio tra il poliziesco e il sentimentale è macchinoso e ridondante di particolari che distraggono e non aiutano. I protagonisti (giovani e belli, splendida la Pfeiffer), sembra svolgano un lavoro di routine, professionale ma distaccato, fino a renderli, in alcuni casi, poco credibili. Robert Towne, impegnato nella regia, non ha espresso il meglio nella sceneggiatura.
Dusso: "Il mistero del treno azzurro" è considerato da Agatha Christie il suo peggior romanzo. Io personalmente non ho letto il libro ma ho visto questa versione cinematografica con David Suchet e devo dire che è uno dei film meno riusciti e meno avvincenti in cui compaia il famoso ispettore belga Hercule Poirot. A parte la storia (che è una delle meno intriganti) anche la regia e alcune parti del film mi hanno convinto poco.
Ultimo: Non una commedia memorabile questo esordio del duo Ale & Franz, causa una regia troppo casereccia e una prova del cast di basso livello. La sola fortuna è che i due sono davvero simpatici, e, grazie a botta e risposta simili agli "sketch della panchina" (tanto cari al duo) il film non va totalmente alla deriva. Bruttina la parte finale, con la partita a scacchi vivente. Si salva giusto qualcosa...
Siska80: "L'altro" in questione sarebbe Dio (il quale tenta di impedire la relazione tra una novizia e un giornalista) ma, si sa, l'amore supera ogni ostacolo... Spunto simpatico per nulla sfruttato in questo film che ricalca abbastanza chiaramente Vacanze romane (l'ambientazione, la professione del protagonista, il giro turistico sul motorino), seppur con un finale più scanzonato e irriverente. Svolgimento della trama scontato nei suoi continui tira e molla; bravo il cast straniero, sufficiente quello italiano (che si doppia piuttosto male). Nel complesso superfluo.
MEMORABILE: Le interferenze onnipotenti durante il ballo; L'arresto del giovane che puntato "troppo in alto".
Piero68: Classico revenge-movie con risvolti sentimentali, con una fotografia cupo-scandinava che poco si adatta all'ambiente newyorkese. Ritmo altalenante che non giova alla pellicola e una sceneggiatura che scopre troppo presto le sue carte. Cast indecifrabile e Farrell che ancora una volta dimostra di non sapere cosa vuol fare da grande (nel senso che è ormai abbonato a questi ruoli da cattivo-buono con un background misterioso o comunque sofferto). Rapace brava ma a mio avviso troppo poco "sfigurata" per essere eletta a "mostro". Sa di deja-vu.
Graf: Anche nel piccolo e apparentemente spensierato paese di Sagliena arrivano la gelosia, il sospetto, la diffidenza... Ma solo un po’, giusto quel pizzico che serve a giustificare il sequel. Film più articolato e più aggrottato del precedente dove i protagonisti come la Bersagliera, il carabiniere Stelluti, il Maresciallo Carotenuto e l’ostetrica Annarella assaggiano le pene e le penitenze dell’amore e dove il senso drammatico della vita dello sceneggiatore Eduardo De Filippo affianca l’afflato ottimista e fiducioso del soggettista Margadonna. Notevole.
Mco: Muccino torna sui luoghi a lui più cari e dipinge per una seconda volta i visi esistenziali di una cerchia di protagonisti che dovrebbero essere lo specchio della maturità e della serenitas individuale. Dovrebbero, perché nella pratica le tribolazioni della vita annegano in deficit di felicità e viceversa. Questo ultimo bacio adulto ci sbatte in faccia una realtà che c'è, inutile negarlo o far finta di nulla, c'è. E le lacrime vanno a braccetto con i sorrisi, così come il dolore apre spazi alle rinascite. Forse...
MEMORABILE: Gli scatti d'ira con consequenziale roulette russa.
Daniela: Mentre si divertono a sparare ai messicani che attraversano clandestinamente il confine nel deserto, tre ragazzotti incoscienti causano la morte della moglie dell'ex sceriffo del posto... Western moderno di bella ambientazione, indebolito da una sceneggiatura che mette troppo carne sul fuoco invece di concentrarsi sulla vicenda principale ma impreziosito dalla solita grande interpretazione di Ed Harris che ha il dono di risultare credibile ed incisivo qualsiasi ruolo ricopra: qui è un uomo onesto, desideroso di conoscere la verità andando oltre i pregiudizi, propri prima ancora che altrui.
Nando: Fumettone in salsa peplum che richiama 300. La trama non offre grandi novità ma mostra un intreccio abbastanza sconclusionato. Battaglie e personaggi mitologici che si affrontano in un turbinio confusionario. Cast poco ispirato, con Rourke caricatura di se stesso.
Zardoz35: Stallone non invecchia mai e pur non mostrandosi troppo in scena è sempre l'indiscusso protagonista, in un film che peraltro lo vede impegnato in alcune sequenze di violenza e brutalità. Pellicola destinata soprattutto al mercato cinese, quindi non mancano colpi di lotte orientali. Sempre bravissimo Bautista, mentre gli altri attori si limitano a fare il compitino. Spettacolare l'ambientazione nel carcere sotterraneo buio e cadente. Storia non originalissima ma che tiene lo spettatore sino all'ultimo col fiato sospeso.
MEMORABILE: Il cattivo dice al prigioniero al computer se ha scaricato tutti i progetti segreti del suo capo e lui, in risposta, mostra la schermo col dito medio.
Cloack 77: Gli autori credono forse di essere negli anni ottanta e di sorprendere come per Superman, ma sono solo l'ultima ruota del carro. Ed è un peccato perché il film non è inguardabile, è il classico film da pop corn, da due ore e via, spensierate e leggere, alle quali non chiedere soprattutto un antagonista decente (una profusione di effetti speciali) e un protagonista che si carica il film sulle spalle (Ryan Reynolds in maschera è ridicolo).
Mickes2: Cinico imbroglione, a causa delle piccole truffe che mette in atto viene arrestato dalle SS e si spaccia per generale Badogliano della Resistenza. Il contesto bellico in piena seconda guerra mondiale, con i cittadini italiani nella disperata ricerca di informazioni riguardanti i loro cari dispersi, ispessisce i significati di una pellicola che trova nell’orgoglio, nel coraggio, nel patriottismo e nel cambiamento sofferto di una persona i suoi tratti migliori. D’altro canto, lo stile in regia di Rossellini non mi ha convinto del tutto.
Redeyes: Il wasabi è immangiabile o quasi e comunque ammazza ogni sapore un po' come questa pellicola che di gustoso ha la sigla finale. La trama sembra uscita dalla penna di un ragazzino ed anche la regia non assume mai i contorni della mediocrità. Reno dice poco o niente e l'unica perla di divertimento è forse nel calcione sui marroni in banca, ed ho detto tutto. L'ho visto al cinema e mi sono maledetto per la sciagurata spesa, perciò ve lo sconsiglio altamente!
Ryo: Una buona interpretazione di Matt Damon nel ruolo centrale, ma Robin Williams come psichiatra che lo aiuta è il migliore: era un attore che riusciva a dire di più con uno sguardo di quanto la maggior parte dei colleghi potesse fare con centinaia di battute. Molta buona la sceneggiatura: piuttosto prevedibile in alcuni momenti, ma contiene diverse scene soddisfacenti. Piacevole la visione, ma non c'è niente di rivoluzionario. Non è nemmeno il miglior film di Gus Van Sant.
Siska80: Un ragazzino esperto giocatore di bocce forma una squadra di coetanei sfidando il nonno. Ok, la trama è praticamente assente, eppure fa piacere che le pellicole delle nuove generazioni si impegnino a stimolare nei giovani la voglia di coltivare il rapporto coi parenti anziani (oltre naturalmente all'amore per lo sport, che rappresenta sempre un'importante esperienza formativa). Il ritmo è costante, il cast sufficientemente simpatico (soprattutto Patellis), il finale regala qualche momento di riflessione e tenerezza senza cedere al patetismo. Consigliato all'intera famiglia.
Michelino: Meriterebbe un giudizio migliore se fosse supportato da una sceneggiatura articolata meglio, senza la classica storiella ''telefonata'' interpretata da Branciamore e valorizzando di più il cast femminile. Nel complesso ci si diverte, anche se alla lunga la parlata araba di Brignano stanca. La Scattini e la Porcaro prevalgono decisamente sulle loro colleghe, Mattioli tira fuori battute memorabili, Buccirosso si supera. Una sorpresa il ruolo di Triestino, quasi un omaggio a Silvio Spaccesi, il re della parlata marchigiana del nostro cinema.
MEMORABILE: La prima telefonata di Triestino; Le discussioni tra Buccirosso e la Porcaro; Mattioli e l'architetto; La portata servita nel ristorante milanese.
Von Leppe: Molto diverso dall'originale del 68 in piena guerra fredda, dove la paura atomica era molto sentita. In questo remake rimane in parte il significato antiumano, che va scemando con l'andare avanti del film che prende toni da kolossal (alla faccia della vecchia fantascienza); l' esercito scimmiesco infatti è ispirato all'antica Roma e alla fine c'è una battaglia alcuanto noiosa con toni epici. La parte migliore è quella svolta nella città delle scimmie. Notevoli gli effetti speciali, ingarbugliato il finale.
MEMORABILE: Il loro ingegno marcia di pari passo con la loro crudeltà...
Nando: I due compagni di squadra nel team Ferrari agli inizi degli anni 80, che un controverso episodio a Imola condusse a una serie di irreparabili sciagure. Documentario di buona fattura con testimonianze dei familiari dei due piloti e immagini di repertorio sempre affascinanti. Il mito di Gilles Villeneuve, tuttavia, oscura in maniera netta la figura di Didier Pironi.
Cotola: Ottimo film, firmato da Kostner, che permette di riassaporare il western classico con i suoi ingredienti. Non ci sono quindi novità da segnalare, ma tutto è svolto nel migliore dei modi, tanto che alla fine il risultato è ragguardevole. Regia invisibile,
bella sceneggiatura, ritmo elevato, buone prove degli attori, gran bel finale. Chi ama il genere farebbe bene a recuperarlo.
Markus: Il film fa parte di un gruppo di farse “Boldi-post separazione artistica da De Sica” (peraltro giunta al capolinea nel 2011). Di grana notevolmente grossa, Matrimonio alle Bahamas attinge alle più banali delle regole comico/grottesche e vede come protagonista - oltre a un fiacco Boldi - la bella Lucrezia Piaggio, spina dorsale giovanilistica della pellicola su cui ruotano tutta una serie di comici televisivi lasciati a loro stessi (i “Fichi d’india” al limite dell’insopportabile e la Barbera, la più divertente). Un bel trashone!
Rambo90: Con lo stesso spunto di partenza del Coraggio della verità (la situazione spiegata da diversi punti di vista) il film se ne discosta grazie ad un ritmo molto più veloce (merito della regia dell'ottimo McTiernan) e a vari colpi di scena incastrati in un finale davvero avvincente. Ottime le scene dell'addestramento che si tramuta in tragedia e ottima l'intepretazione del grande John Travolta, scatenato e ben supportato da un buon cast nel quale spicca anche il duro Jackson.
Bruce: Film d'animazione che ha nella semplicità la sua forza. La dolce ingenuità dei tanti personaggi lo rende irresistibile per i bambini e per chi vuole concedersi un tuffo nella fantasia più tenera e distante dalla realtà. Grafica di qualità, musiche adeguate e piacevoli. Un sogno buffo e ricco di buoni sentimenti. Sempre valido.
R.f.e.: Chicago, 1988. Nico Toscani, ex-agente della CIA, ora poliziotto locale, nel corso di un'indagine scopre l'esistenza di un traffico d'armi... Se non vado errato, escludendo rare pellicole giapponesi e documentari sportivi, questo è probabilmente uno dei primissimi film occidentali a mostrare tecniche di Aikido, una bellissima ed elegantissima arte marziale giapponese, sfortunatamente non molto sfruttata dal cinema. Un eccellente action, comunque, fra i migliori interpretati da Seagal.
Nando: Pellicola leggera che ha il pregio di mostrare come, talvolta, l'ingenuità e l'onestà possano portare al successo e alla felicità. Indubbiamente tutto molto fiabesco, ma il candore di Rovazzi e la doppia faccia di Zingaretti contribuiscono a strappare sovente la risata senza mostrare volgarità alcuna. Esilarante cameo di Barbara d'Urso in una narrazione nel complesso simpatica.
Myvincent: Un ricco e ambiguo faccendiere siriano organizza una cena dov'è presente anche Poirot, che dovrà indagare sulla... di lui morte. Giallo a incastro perfetto, più giustificabile come romanzo che altro, diverte come sempre per le trovate geniali e i colpi di scena. Talora statico nelle scene, ma è solo una questione di budget. David Suchet tutt'uno col personaggio dell'ispettore belga più arguto del mondo.
Undying: Coppia di sposi, Eugenia e Raimondo, scopre dopo le nozze d'esser frutto dei medesimi genitori: fratello e sorella, dunque. Tacendo a tutti della scabrosa situazione, i due iniziano a "convivere" come tali, sino a quando le esigenze sessuali di Eugenia inducono quest'ultima tra le braccia del rozzo, ma piacente, autista di famiglia. Grandioso cast che però funziona malamente, osteggiato da una sceneggiatura troppo altalenante a causa di un ritmo ora "serioso", ora evasivo. Il film non prende mai posizione, al pari del successivo, e simile per risultato conseguito e per cast, Divina creatura.
Redeyes: Pellicola che proietta l'estro di Burton nel cinema mainstream e che proprio per questo merita un po' di clemenza verso certi passaggi un po' immaturi. Ci sollazziamo con le gocce di humor nero, sopportiamo un Beetlejuice fin troppo gigione e sorridiamo con la danzante Banana boat. Ad oggi è un po' un acerbo spaccato di "giovanile" fantasia, ma per tale va visto.
Cangaceiro: I film a forte impronta tecnologico/informatica rischiano sempre di impantanarsi nel tecnicismo da addetti ai lavori tanto da creare confusione. In parte succede anche qui, ma lo spiegone in automobile ci mette una provvidenziale pezza. La sceneggiatura è totalmente derivativa e quindi Loncraine ci serve questa minestra riscaldata buona per tutte le stagioni, basta sapersi accontentare. Le scene thrilling sono fin troppo centellinate ma non deludono. Ford in buona forma nel ruolo ormai a lui più che consono: il padre di famiglia tutto casa e lavoro.
Enzus79: Film di carattere distopico post apocalittico. Una ragazza contagiata da un virus che la rende cannibale è protetta dal padre, restio a metterla in quarantena. Mediocre. Ritmi lenti. Manca di momenti che diano il la al tutto e il coinvolgimento è davvero latente. Arnold Schwarzenegger poco convincente, meglio la Breslin. Titolo originale ("Maggie") meglio di quello italiano.
Cangaceiro: Forse il migliore tra i Delitti. La festa di compleanno iniziale è esilarante con Milian che, vestito da pagliaccio tra i bambini scatenati, aggira il "divieto parolacce" cecchigoriano recitando a mitraglietta una serie di deliziose volgarità. L'ambiente dei camionisti poi si rivela un habitat quasi naturale per il Giraldi in incognito e fedifrago. Belle le varie panoramiche sulle assolate autostrade e gradevole la nutrita presenza femminile: molto graziosa la Valentino, la Russo in gran forma e poi c'è Cinzia Bocconotti... Ispirato Micalizzi alle musiche.
Nando: Da un fortuito incidente stradale si dipana l'incredibile giornata di un ex alcolista e di un rampante avvocato. Interessante qualche colpo di scena ma per lo più si denuncia l'inganno e quello che si cerca di ottenere con il potere del denaro. Discreto il cast con un Jackson, personalmente, lievemente sopra le righe.
Deepred89: Passo falso di una della figure di spicco del bis europeo, che fatica a conciliare l'erotismo, abbondante e provocante (purché nell'originale versione soft), con la commedia sexy, che ripropone una copia spenta dei coevi film tricolori. Soggetto che dopo mezz'ora ha già esaurito le idee e abbondanti cadute di stile (il sesso madre-amante), annacquano quel poco di positivo: la sinistra efficacia del protagonista (più free-cinema che Alessandro Momo) e una scena tra le più emblematiche e memorabili di tutta la commedia sexy europea dell'epoca.
MEMORABILE: La visita notturna dell'infermiera Laura Gemser all'adolescente "dolorante", coi genitori ad assistere alla terapia.
Siska80: Quando un giornalista statunitense viene rapito al Cairo, la moglie fa di tutto per farlo liberare. L'elemento più insopportabile sono i dialoghi, stereotipati almeno quanto il personaggio del protagonista (il quale trova il tempo di fare battute al vetriolo invece di pensare se arriverà intero al giorno seguente) e i sequestratori (i soliti spacconi da quattro soldi di cui si immaginano le miserevoli sorti). Per fortuna il film si anima nella seconda parte e regala scene di massa ben realizzate e di sicuro impatto emotivo. Nella media delle produzioni del genere.
00rigel: La Dreamworks Animation non sbaglia colpo né sugli effetti scenici né con sbavature noiose. Il bello di Shrek è vedere la realtà conformata all'avventura di un cartone animato curato e divertente. Il ciuchino e il gatto con gli stivali sono i due personaggi più consueti di tutto il film. A prova d'autore, questa volta il doppiaggio è veramente di grande spessore. Guardate il film in ligua originale e capirete il perché.
Fosco: Pollyanna, ragazzina di dodici rimasta orfana dei genitori si trasferisce in casa di zia Polly, burbera e un tantino severa, che vive in una piccola cittadina dove tutti si fanno ripicche. Con l'ottimismo di Pollyanna tutto si risolverà. Commedia per ragazzi targata Disney, zuccherosa e melensa, ma ben curata in tutti i particolari.
Stubby: Ottimo cast, Robbins scalza di brutto Morgan Freeman che non fa altro che da spalla al protagonista, anche se il narratore della storia è lui, Bob Gunton è fantastico nella parte del direttore, odiosissimo, bastardo e spietato e l'erculeo Clancy Brown è sempre il top. Il film dura circa 145 minuti ed anche se il ritmo è tranquillo e non prevede grandi colpi di scena, fila via che è un piacere perché è girato davvero molto bene ed a parte un paio di situazioni semitelefonate il tutto gira per il verso giusto.
Silvestro: Bel lungometraggio sulle storie di Asterix e Obelix. La pellicola in 3D non tradisce lo spirito originario dell'opera. Si ride, ci sono tanti spunti su cui riflettere e il divertimento non manca. insomma, un cartone che può essere apprezzato da tutti, sia dai più piccini che dagli adulti in cerca di un buon intrattenimento che riesca comunque ad affrire spunti di riflessione.
Jandileida: Ad un certo punto della propria carriera ogni action hero che si rispetti se la deve vedere con bambini più o meno simpatici: il regista Levant è d'altronde un esperto in questo genere di pellicole per famiglie. Stavolta è Chan (ancora in forma) il prescelto: un po' (poco) si ride, un po' ci si ammorba con stucchevolezze varie ma, signori, l'action è cosa seria e dispiace vedere un genere glorioso ridotto a farsa (i russi cattivi cattivi!). Per i maschietti più grandicelli c'è la rigogliosa Valletta a far sopportare la modestia della pellicola.
Rambo90: Commedia tipica per famiglia, piena di buoni sentimenti e con gag molto elementari. Ciò nonostante la mano di Hughes riesce a tenere il tutto nell'accettabile, con alcune parti anche genuinamente godibili, soprattutto per merito di Belushi, di una splendida Lynch e della spontaneità della bambina. Meglio la prima parte comunque, rispetto alla banalità della seconda in cui intervengono i classici assistenti sociali. Buona la colonna sonora.
Daniela: All'inizio, fortissimo déjà vu rispetto ad un brutto film di West di pochi anni fa, dato che anche qui si parla di una troupe di cineasti improvvisati e il soggetto è un inspiegabile suicidio di massa simil-Jonestown. Per nostra fortuna, Joanou non ricorre alla tecnica del fake-doc, cadendo però nell'errore di puntare tutto su jumpscares a ripetizione invece di affidarsi all'atmosfera e alla storia che pure aveva delle potenzialità come dimostra l'epilogo, meno banale del previsto. Nel cast, l'unico a salvarsi è Jane, gustosamente gigione nel ruolo del santone ossesso.
Maik271: Genova e Marsiglia fanno da sfondo a questo buon esempio di cinema poliziesco italiano. La storia è forse un po' trita e ritrita, con i delinquenti che ormai occupano le alte sfere della società, ma il regista si sofferma molto bene sui risvolti familiari che il lavoro di commissario (bene interpretato da Franco Nero) comporta. Ottime le scene degli inseguimenti. Il finale del film è premonitore: non sempre il bene vince sul male.
Ultimo: Quando un thriller vince i cinque premi oscar più ambiti non può che essere un gran film. Jodie Foster è perfetta nella parte della giovane poliziotta e non sbaglia un colpo (nemmeno quando afferra il revolver...); Hopkins nella parte di "Hannibal-the cannibal" registra quella che è la migliore e più inquietante interpretazione della sua carriera. C'è da dire che in certi momenti qualche dialogo è quasi superfluo, ma è un film che sfiora il capolavoro, se non altro per la perfetta empatia tra i due attori sopra citati. Magnifico.
MEMORABILE: La Foster che per la prima volta incontra Hannibal.
Puppigallo: Corruzione, polizia e F.B.I. come cane e gatto, mafia cinese con opposte fazioni che si combattono… insomma, di tutto un po’, con contorno di padre ex poliziotto braccato perché indebitato fino al collo. Si tratta del classico “minestronaction”, non indigesto ma guarda e getta, come un kleenex, più visivo che audio. Gli attori sono potabili e il ritmo è discreto, ma il flilm non va comunque al di là del vedibile, senza alcun particolare guizzo registico, se si escludono un paio di buone riprese di scene d’azione.
MEMORABILE: L’inseguimento in auto con sparatoria, che provoca una strage (gli inseguiti ammazzano gente in auto per creare una barriera); “Zio Bennyyy!”.
Daniela: Il protagonista è un poliziotto con un doppio peso sulle spalle: suo padre è stato giustiziato per omicidio e l'unico figlio, con il quale non ha rapporti da anni, è un tossico ora ricercato per aver ammazzato uno spacciatore... Thriller modesto e banalmente effettistico: anche se tratta da una storia vera, la sceneggiatura è troppo forzata in senso melodrammatico per risultare verosimile, la regia anonima non apporta valore aggiunto e il cast pur prestigioso non va oltre prestazioni di routine, pe cui la cosa migliore è l'ambientazione in una Long Island fatiscente e degradata.
MEMORABILE: In negativo: a poche ore dalla morte del marito, la vedova si ritrova la casa piena zeppa di gente che mangia panini e sorseggia drink.
Modo: Serie televisiva sci-fi affascinante e ben strutturata. Un mix di fantascienza e vecchio polveroso west. I "nostri" sono contrabbandieri ribelli che hanno più senso etico del governo che sfidano quotidianamente. Tutti i protagonisti sono ottimamente caratterizzati. Umorismo e sospense si rincorrono senza sosta sull'astronave Serenety, seconda a simpatia solo al Millennium Falcon. Stroncato prematuramente per incomprensioni da parte della Fox, questo gioiellino si chiuderà col film Serenity. Peccato; avrebbe meritato di più.
Lou: Woody torna a girare a Manhattan magnificando ancor più del solito la sua città del cuore, che resta brillante anche sotto la pioggia grazie alla luce del solito Storaro. In questa ennesima commedia ironica e leggera si ritrovano i temi consueti del cinema alleniano, pur con qualche spunto nuovo e un'apprezzabile freschezza di sguardo. Il giovane Chalamet veste i panni del Woody dei vecchi tempi, intellettuale sensibile e raffinato, refrattario al conformismo e alla mondanità.
Piero68: Action pasticciato senza capo né coda con una sceneggiatura imbastita alla meno peggio e una storia praticamente inesistente anche per colpa di svariati plot-hole. Caratterizzazioni vicino allo zero con un Brosnan unico personaggio veramente di spicco e unico attore che ci mette un po' più di passione, convincente a tratti. McTeigue fa quel che può e se il film si salva dal disastro totale è grazie alla sua professionalità nel tappare i buchi. La Jovovich invece fa addirittura rimpiangere i tempi di Resident Evil.
Domino86: I due soliti idioti piacciono e in fondo divertono, ma guardando questa pellicola ci si rende conto che forse un film intero per loro è troppo. Le scene, le battute e i personaggi stessi si ripetono molto e se nel breve sketch divertono, nel lungo periodo finiscono per stufare e portare a distogliere l'attenzione. Pessime le scene all'interno del cinema.
Didda23: Sorprende la prevalenza del dialogo sull'azione e sotto un certo punta di vista è una scelta oppurtuna. L'ombra di Tarantino aleggia in ogni fotogramma e in ogni frase, ma il bravo Dominik sa dare, comunque, il proprio tocco personale. La sequenza in macchina che vede protagonista quel bravo ragazzo di Liotta è girata magnificamente. I discorsi politici che fanno da contorno alla vicenda hanno un effetto "disturbante" (non in negativo). Pitt ricalca il personaggio di Snatch e Jenkis è sempre un piacere da vedere all'opera. Notevole.
Jandileida: Leggero ed allegro, senza alcna pretesa, ha il merito di non prendersi assolutamente sul serio e di usare una comicità di grana non proprio finissima ma che qua e là piazza qualche colpo decisamente non male, soprattutto quando assume caratteristiche surreali (il villaggio Amish, il nonno senza mutande, il gloryhole). E così l'ora e mezza in compagnia del tipo che deve perdere la verginità scorre piacevolmente sorretta da una storia che, pur riciclata, barcolla ma non ci molla e da un cast azzeccato e fresco. Divertente.
Buiomega71: Ambizioso e tronfio kolossal voluto fortemente da Raffaella De Laurentiis che sta tra il romanzone d'appendice, lo sceneggiatone televisivo e le atmosfere orientaleggianti già collaudate in Shogun (sempre Clavell). Fumettone avventuroso con qualche buon momento (la prostituta cinese legata e frustata al bordello dall'enegurmeno occidentale, l'uragano finale che invade la stanza, la Noble House data alle fiamme) ma penalizzato da una regia paratelevisiva (il director di Uccelli di rovo era forse il meno indicato) e dalle romanticheggianti parentesi da telenovela tra la Chen e Brown.
MEMORABILE: La damigella occidentale che sbaciucchia un vecchiaccio cinese che manco in Gwendoline; La furiosa lotta sulla nave tra la tempesta; L'uragano.
Didda23: Una pellicola in salsa tipicamente francese scritta con i giusti tempi della commedia (buoni alcuni momenti più prettamente comici) e diretta con eleganza da Auteuil. Se l'affiatamento attoriale è evidente, nonostante un Depardieu sottotono, il giochino fra rimandi onirici e ritorni alla vita reale alla lunga stanca. La parte finale mostra una pochezza di idee quasi commovente, con una moraletta sterile e telefonata. Nel mentre si apprezza l'atmosfera alto-borghese parigina e la straordinaria bellezza di Adriana Ugarte. Nel complesso piacevole, soprattutto per la contenuta durata.
MEMORABILE: Depardieu che non vuole che sia chiesto il come ha conosciuto la nuova fidanzata; Cioccolato sul vestito; Il super attico con vista sulla città.
Giùan: Ha una straordinaria qualità asintotica questo splendido film di Zhang Ke, con il suo avvicinarsi alle corde emotive dello spettatore, senza mai raggiungerle e cercando anzi con un magistero tecnico che fa tutt'uno con uno sguardo etico profondo, di non coincider mai con esse. Pervaso da scarti continui, il film ha un incipit da melò comune, quasi scostante, che pure alla lunga risulta propedeutico a un mood perennemente e preventivamente nostalgico. Opera complessa e (fortunatamente) imperfetta sulla perdità d'identità universale. Bravi Tao, Dong e Liang.
MEMORABILE: Tao ritrova Zhang ormai malato; Il finale al ritmo di "Go West".
Lucius: Un filmetto softcore senza alcuna pretesa autoriale al centro del quale si muove la giovane Gloria Guida, ripresa morbosamente dal regista. Oggi si fa apprezzare unicamente per alcuni interni e per l'interpretazione di Corrado Pani, ma la banalità regna sovrana. Alcune situazioni sono vistosamente ridicole ed esilaranti. Il vero erotismo è altra cosa.
Cotola: Horror lituano di poche pretese e poca resa. Dopo una prima parte piuttosto lunga e banale, inizia la solita mattanza con tanto di folle armato di ascia. Molti dei personaggi sono di rara antipatia e quindi poco male che vengano "allegramente" trucidati. Discreta qualche caratterizzazione. L'unico guizzo arriva a tempo scaduto, con un finale riuscito e mediamente più cattivo del solito. Mediocre ma con un suo perché, specie per appassionati del genere. A patto di aspettarsi davvero poco.
Alex1988: Commediola dal soggetto non proprio originale firmata dai fratelli Vanzina e diretta da Maurizio Ponzi. Un "principino" toscano e un fratellastro barese dovranno contendersi l'eredità della propria madre. Ci riusciranno? Film rimandato più volte, data l'indisponibilità degli attori scelti inizialmente (De Sica e Abatantuono), il cui scopo principale sarebbe dovuto essere quello di lanciare Simona Ventura al cinema: non ha funzionato. Gradevole ma dimenticabile.
Pigro: Un'astronave compie un viaggio dentro il corpo umano. L'idea è straordinaria sotto ogni punto di vista, sia come spunto per un viaggio fantascientifico davvero inusitato, sia per le intriganti implicazioni anatomiche, sia perché incarna visionariamente uno dei misteri di ciascuno di noi: vedersi dal di dentro. La trasformazione di un caso medico in un'imprevedibile avventura piena di colpi di scena è resa con grande efficacia, e rimane tuttora insuperata.
Tarabas: Il problema di questo pilota "che è diventato niente" (Jules Winnfield) è la sua parentela con Heat, uno dei film più famosi degli anni 90 (e mio cult personale). Il cast è miserrimo, la trama molto semplificata, i dialoghi poco credibili in bocca a questi attori. Certo, per essere un telefilm (sia pure maggiorato) è di buon livello, ma a ogni scena si affaccia nella mente il paragone con il suo discendente. E la gara è dura. Curiosità per manniani come me.
Guru: Una strana coppia si mette in gioco e affronta il viaggio delle inquietudini e del malessere. Storie di vita che non sarebbero mai emerse nella quotidianità. Amori desiderati ma impossibili che "sperano" grazie a una fuga verso la felicità. Il percorso umano ed emotivo è misto a turbamento e folklore. Il tutto metaforizzato da una rapina in banca, che da l’input alle vicende dei protagonisti. Originale nella sceneggiatura, buone interpretazioni ma niente di più.
Thedude94: Tra una Corea del sud rurale e una cittadina si dipana la storia di tre ragazzi, incastrati in un triangolo amoroso che ha del misterioso e tenebroso. Il film è ben diretto da Lee Chang-dong e ben interpretato dall'intero cast, che ha a che fare con personaggi non molto semplici poiché psicologicamente e fisicamente ingarbugliati in questioni che vanno al di là del semplice amore. La caratteristica della sceneggiatura è la presenza di pochi e semplici dialoghi e tanti silenzi che spiegano tutto il senso di un film a tratti cupo e a tratti romantico, senza dubbio puro. Notevole.
Rufus68: Un pastrocchio quasi simpatico: tette, pugni e Petronio tirati via con ammicchi impossibili (alla Spencer-Hill), battutine da poco e le solite caratterizzazioni dialettali (abbiamo latini siculi, ciociari e quant'altro). Siamo un po' lontani dalle licenziosità storiche di Svetonio, ma il tutto ha perlomeno il pregio di avere un tono scanzonato e senza pretese. Caprioli fa un Nerone macchiettistico e poco credibile, al pari di Ustinov.
Derekkk: Pellicola divertente, simbolo di un'epoca, la fine degli anni 90, in cui sembrava possibile girare commedie giovanilistiche non banali in grado di fornire anche uno spaccato sociale del nostro paese. Il film è girato solo 15 anni fa, ma pare un'altra epoca, ormai. Comunque simpatica la storia dei punk abruzzesi e molto bravi gli interpreti, con una citazione particolare per Flavio Pistilli e la stella cometa di quegli anni Regina Orioli.
MEMORABILE: Il casino clamoroso durante una puntata di "Chi l'ha visto"!
Rambo90: Un buon film, sebbene a tratti eccessivamente verboso, che ricostruisce in modo abbastanza anticonvenzionale la settimana successiva alla morte di JFK dal punto di vista della moglie Jackie. Bravissima Natalie Portman, vera e propria colonna portante della storia, anche là dove la sceneggiatura magari si fa più noiosetta. Molto buona anche la ricostruzione degli anni Sessanta, soprattutto da un punto di vista di colori e costumi. Da vedere.